Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

rivista del movimento Hare Krishna

volume 2 n. 3

marzo 1990

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.










Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore-Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commento dei testi classici dell'india vedica.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana, e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando costantemente in Europa, America, Australia, Africa e Asia, Srila Prabhupada ha strutturato il suo movimento internazionale in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui lui ha dato vita.


RITORNO A KRISHNA

la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada costituì questa Associazione a New York nel 1966, mise per iscritto gli obiettivi che essa si prefiggeva.

1. Diffondere sistematicamente il sapere spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata nella Bhagavadgita e nello Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti trascendentali e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri allo scopo di insegnare un modo di vivere più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti allo scopo di raggiungere i fini sopraelencati.










La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO
Haladhara dasa

REDATTORI
Giorgio CerquettiGoura Krsna dasa, Gitamrta devi dasi
Param Guru dasa

TRADUZIONI
Prema Cintamani devi dasi, bhaktin Paola, bhaktin Rosanna, bhaktin Nicoletta

COMPOSIZIONI
Ekacakra dasa, Mayapuradevi dasi, Krsna Kanti dasa, Lalita devi dasi, Ananga Manjari dasi, bhakta Lorenzo

GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Haladhara dasa, bhaktin Paola

AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa

SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
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Via Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
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RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 2 N. 3 Marzo 1990
Bhaktivedanta Book Trust Italia

Via Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa FI

SELEZIONI E IMPIANTI: La Cromolito  Milano

STAMPA: Arti Grafiche F.lli Fiorin S.p.A.  Milano










VOL. 2, N° 3

RITROVARE LA PACE IN UN MONDO DI SVENTURE
Le scritture Vediche insegnano che è possibile purificare la mente
e indirizzare seriamente la propria vita verso l'obiettivo supremo.

L'AMORE E' CIECO

Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del grande classico spirituale
scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa,
tradotto e commentato da Sua Divina Grazia Srila Prabhupada

Luoghi Santi
LA TERRA DEGLI HARE KRSNA
BOMBAY
Il centro culturale più famoso di Bombay sta stimolando
la rinascita delle arti e delle scienze in India.

I dialoghi di Srila Prabhupada
TECNOLOGIA E DISOCCUPAZIONE

L'OSSERVATORE VEDICO

LA FESTA DELLA DOMENICA

CANTA HARE KRSNA E SARAI FELICE

IN COPERTINA: Un dipinto che raffigura il Panca tattva.
Sri Caitanya Mahaprabhu, Sri Nityananda, Sri Advaita, Sri Gadadhara, Sri Srivasa con i loro devoti.















DALLA VITA DELLA REGINA KUNTI

RITROVARE
LA PACE
IN UN MONDO
DI SVENTURE

Le scritture Vediche insegnano che è possibile purificare la mente
e indirizzare seriamente la propria vita verso l'obiettivo supremo.

da SUA DIVINA GRAZIA A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
Fondatore Acarya del Movimento Internazionale per la Coscienza di Krishna.

Nell'antica India, in un'epoca di lotte e conflitti, la regina Kunti e i suoi figli dovettero subire molte sventure: furono esiliati dai loro nemici che tentarono di avvelenarli e di intrappolarli in una casa in fiamme. Sri Krsna li salvò sempre e la devozione della regina Kunti nei Suoi riguardi crebbe sempre più.

vipadah santu tah sasvat
tatra tatra jagadguro
bhavato darsanam yat syad
apunar bhavadarsanam

La regina Kunti disse: "Vorrei che queste sventure ci colpissero ancora e ancora in modo da poterci trovare sempre in Tua presenza, perché in Tua presenza si allontana definitivamente la ripetizione delle nascite e delle morti". (S.B. 1.8.25)
Questo mondo materiale viene descritto dal Signore nella Bhagavadgita come un posto pericoloso, pieno di pericoli. Le persone poco intelligenti fanno molti piani per ovviare a queste miserie, non sapendo che le sventure fanno parte della natura di questo mondo; queste persone oltre tutto non hanno idea di cosa sia la dimora del Signore, immensamente colma di gioia e totalmente esente da qualsiasi tipo di calamità.
Il dovere di chi è saggio è perciò non rimanere turbato dalle sventure di questo mondo materiale che sicuramente saranno sempre presenti in ogni circostanza. Soffrendo per ogni genere di disgrazia inevitabile, si dovrebbe progredire nella realizzazione spirituale, questo è lo scopo della vita umana.



UN MARE DI PERICOLI

L'anima spirituale trascende qualsiasi pericolo materiale che infatti è di natura illusoria. Un uomo che sogna di essere assalito da una tigre si mette a urlare quando in realtà non c'è alcuna tigre né alcuna sofferenza; è solo un sogno così come lo sono tutte le sventure che ci capitano. Se una persona è così fortunata da entrare in contatto con il Signore attraverso il servizio devozionale, non ha che da guadagnarci. Entrare in contatto con il Signore con uno dei nove tipi di servizio devozionale è sempre un passo in più sulla strada per ritornare a Dio.
In questo interessante verso viene spiegato che vipadah  le sventure o i pericoli  sono positivi se ci ricordano Krsna. I pericoli ci sono per tutti perché questo mondo materiale ne è pieno; gli sciocchi non sono in grado di evitarli e lottano per la sopravvivenza.
Tutti cercano di essere felici e di evitare il pericolo: fa parte del nostro compito materiale. Tutti cercano l'ayantikasukha: la felicità suprema. La persona che lavora pensa di doversi impegnare molto per mettere dei soldi in banca così quando sarà vecchia vivrà bene senza lavorare. Questa è l'aspirazione di fondo comune a tutti. Nessuno vuole lavorare; non appena si ha un po' di denaro si desidera smettere di lavorare per essere felici. Ma non è possibile. Non si raggiunge la felicità in questo modo. Kuntidevi parla di apunar bhavadarsanam. Il prefisso a significa "non" e punar bhava significa "ripetute nascite e morti". Il vero pericolo è il continuo ripetersi delle nascite e delle morti. E' questo il pericolo che va evitato.
Nel mondo materiale ci sono sempre pericoli (padam padam yad vipadam). Se per esempio ci si trova in mezzo all'oceano bisognerà navigare su una grande nave che però non sarà mai sicura perché, quando si è in mare, può accadere qualcosa in qualsiasi momento. Il Titanic era sicuro eppure affondò al suo primo viaggio e persero la vita molte persone importanti. Il pericolo quindi c'è, ci troviamo in una posizione pericolosa perché questo mondo materiale è fonte di pericolo.
E' nostro dovere quindi attraversare il più presto possibile questo oceano di sventure. Fino a quando ci troveremo nell'oceano, saremo sempre in pericolo per quanto grande possa essere la nostra nave. E' un dato di fatto. Però non dovremmo avere paura delle onde; dovremmo invece cercare di attraversare il mare e approdare sull'altra riva. Questo è il nostro compito.
Fintanto che ci troviamo in questo mondo materiale dovremo sempre soffrire perché questo è un luogo di sofferenza. Ma anche in questo caso il nostro compito è quello di sviluppare la nostra coscienza di Krsna in modo da poter ritornare a casa, da poter ritornare a Krsna quando avremo lasciato questo corpo.







UNA PRESCRIZIONE PIACEVOLE

Nel corso della battaglia di Kuruksetra, Arjuna disse a Krsna: "Tutto quello che dici è giusto. Io non sono questo corpo: sono un'anima così come lo sono gli altri.
Quando il corpo perirà, l'anima continuerà ad esistere. Ma quando vedo morire mio figlio e mio nonno e vedo me stesso uccidere come può confortarmi sapere che essi non moriranno ma che cambieranno soltanto corpo? Sono abituato a pensare a loro con affetto in termini di corpo: proverò perciò dolore e sofferenza".
Krsna non negò quanto Arjuna gli
stava dicendo: "Sì", rispose, "E' vero. Soffrirai perché hai una concezione della vita basata sul corpo. La sofferenza va tollerata.
Non c'è alcun rimedio". Come menziona la Bhagavadgita (2.14) Krsna disse ad Arjuna:

matrasparsas tu kaunteya
sitosnasukhaduhkadah
agamapayino 'nityas
tams titiksasva bharata

"Effimeri, gioie e dolori vanno e vengono come l'estate e l'inverno, o figlio di Kunti. Sono dovuti all'incontro dei sensi con la materia, o discendente di Bharata, e bisogna imparare a tollerarli senza esserne disturbati".
In America a volte fa così freddo al mattino che rende poco piacevole fare il bagno, ma non per questa ragione i devoti evitano di farlo. Anche se fa freddo bisogna fare il proprio bagno quotidiano. Bisogna compiere il proprio dovere anche se questo implica qualche sofferenza che viene chiamata tapasya, austerità. Tapasya significa che bisogna compiere il proprio dovere nella Coscienza di Krsna a prescindere dai pericoli e dalle calamità di questo mondo. Tapasya significa accettazione volontaria delle difficoltà della vita.
A volte le persone che hanno fatto rigidi voti di tapasya accendono un cerchio di fuoco e vi si siedono al centro in meditazione nel calore bruciante del sole, in piena estate, mentre altri, nel periodo invernale, meditano immersi nell'acqua fino al collo. Questi sono i voti prescritti dal rigido sistema del tapasya.
Sri Caitanya Mahaprabhu però non ha detto di seguire queste prescrizioni; ci ha dato al contrario un piacevole programma da seguire: cantare, danzare e prendere prasada, il cibo offerto a Sri Krsna, ma nonostante ciò noi non vogliamo seguirlo. Siamo talmente caduti che non riusciamo ad accettare neanche questo tapasya. Nonostante sia così piacevole e facile da seguire (susukham kartum avyayam) noi non lo vogliamo accettare. Preferiamo piuttosto marcire in una strada, come certe persone che preferiscono bere, avere rapporti sessuali e vivere in mezzo alla strada.
Cosa bisogna fare allora?







IL PIU' LONTANO, IL PIU' VICINO

Il Movimento per la Coscienza di Krsna fornisce ogni aiuto, che la gente sfortunatamente non accetta, perché si possa venire al tempio, cantare, danzare, vivere pacificamente, prendere il krsna-prasada ed essere felici.
Caitanya Mahaprabhu, descrivendo la gente di quest'epoca, diceva: "Sono molto sfortunato perché non ho nessun attaccamento per il canto Hare Krsna".
Pregava anche:

namnam akari bahudha nijasarvasaktis
tatrarpita niyamitah smarane na kalah
etadrsi tava krpa bhagavan mamapi
durdaivam idrsam ihajani nanuragah

Krsna, il santo nome trascendentale del Signore, ha tutte le potenze, diceva Sri Caitanya. Krsna possiede potenze illimitate che sono presenti in modo analogo nel Suo santo nome. Dio ha migliaia e migliaia di nomi tra i quali Krsna è il principale e non esistono regole rigide per cantarLo. Non ci sono particolari momenti per cantare il nome di Krsna: lo si può fare in qualsiasi momento. Il nome di Krsna è identico a Krsna stesso: quindi il Santo nome di Krsna è Krsna.
Non dobbiamo pensare che poiché Krsna vive nella Sua dimora, Goloka Vrndavana, il Suo nome sia differente da Lui. In questo mondo materiale, secondo la concezione materialistica, un nome è diverso da quello che rappresenta mentre nel mondo assoluto non esistono queste differenze. Il nome di Krsna ha la stessa potenza di Krsna. Abbiamo una lingua e se la usiamo per cantare Hare Krsna ci metterà immediatamente in contatto con Lui perché il nome Krsna e la persona Krsna non sono differenti. Potremmo pensare che Krsna è lontano, molto lontano, mentre invece è dentro di noi. E' molto lontano ma allo stesso tempo molto vicino. Anche se pensiamo che Krsna sia lontano, molto lontano, il Suo nome è presente. Cantiamo Hare Krsna e Krsna si renderà immediatamente, disponibile. Si può avvicinare Krsna molto facilmente; non ci sono rigide regole. In qualsiasi momento si canti il Suo nome, Krsna è con noi. Guardate com'è misericordioso. Caitanya Mahaprabhu dice etadrsi tava krpa bhagavan mamapi durdaivam idrsam ihajani nanuragah: "Mio caro Signore, mi hai dato tante facilitazioni per avvicinarTi ma io sono così sfortunato da non avere nessun attaccamento per queste cose. Sono attaccato a molte altre e non ho nessun attaccamento al canto Hare Krsna. Questa è la mia sfortuna". Krsna è così magnanimo da presentarsi di fronte a noi nella vibrazione trascendentale del Suo nome che ha tutte le potenze di Krsna stesso. Se rimaniamo in contatto col Suo nome, otterremo le Sue benedizioni ma ciò nonostante noi siamo inclini a cantare il mantra Hare Krsna.
Questa è la nostra sfortuna.







ACCETTIAMO I PERICOLI

Il devoto non è mai disturbato dai pericoli, dalle avversità o dallo calamità anzi li accoglie di buon grado perché è un'anima arresa a Krsna esa che pericoli e gioie sono manifestazioni diverse di Krsna che è assoluto. Negli sastra, le Scritture vediche, è spiegato che la religione e l'irreligione, che sono concezioni completamente opposte non sono altro che due aspetti di Dio.
C'è qualche differenza tra i vari aspetti del Signore? Dio è assoluto quindi un devoto sia che si trovi negli agi che nei pericoli non viene turbato, sapendo che entrambi fanno parte di Krsna.
Quando un devoto è in pericolo pensa: "Krsna mi è apparso sotto forma di pericolo". Nella Sua forma di Nrsimhadeva, il Signore rappresentò un pericolo per il demone Hiranyakasipu e sempre in questa forma fu il supremo amico del Suo devoto Prahlada Maharaja. Dio non è mai un pericolo per il Suo devoto quindi il devoto non ha mai paura dei pericoli perché sa che il pericolo è uno degli aspetti di Krsna. "Perché dovrei avere paura?" pensa il devoto "io mi sono arreso a Lui":
Kuntidevi dice perciò: vipadah santu: "Che la sventura ci colpisca". Vipadah santu tah sasvat: " Che la sventura ci colpisca ancora e ancora". Kuntidevi sa come ricordare Krsna nel momento del pericolo che accoglie di buon grado. "Mio caro Signore" dice "accetto le sventure di buon grado perché quando arrivano riesco a ricordarmi di Te". Quando Prahlada Maharaja fu messo in pericolo da suo padre, pensava sempre a Krsna. Se ci troviamo in una situazione pericolosa che ci obbliga a ricordare Krsna, il pericolo è benvenuto: "Ora ho l'opportunità di ricordare Krsna". Perché benvenuto? Perché vedere Krsna o ricordare Krsna significa avanzare nella vita spirituale e smettere di soffrire per quanto ci accade. Tyaktva deham punar janma naiti mam eti so 'rjuna: se si avanza nella Coscienza di Krsna dopo aver lasciato il corpo (tyaktva deham) non si dovrà più rinascere in questo mondo materiale (punar janma naiti). Questo è quanto si dovrebbe desiderare.
Supponiamo che ora io mi trovi in una situazione piacevole. Mi trovo a mio agio nel mio corpo ma dovrò morire e poi rinascere. Se dopo aver lasciato il corpo attuale, prenderò nascita in un corpo di gatto o di cane, a che cosa sarà servita questa mia posizione agiata? La morte è certa e dopo la morte si dovrà senz'altro prendere un altro corpo. Non sappiamo che tipo di corpo saremo costretti a prendere, ma possiamo scoprirlo leggendo gli sastra, le Scritture vediche.
Gli sastra dicono che avremo il tipo di corpo a seconda della nostra mentalità: perciò, anche se in questo momento sono in una condizione favorevole, se sviluppo una mentalità da un cane, nascerò con un corpo da cane.







FILOSOFIA O EDONISMO

A cosa serve quindi trovarsi in questa condizione? Posso mantenerla per vent'anni, trent'anni, cinquant'anni o al massimo per cent'anni ma la mia mentalità mi obbligherà comunque a rinascere nel corpo di un gatto, di un cane o di un topo: che utilità ha allora trovarsi in questa condizione? La gente non prende in considerazione tutto questo e specialmente in quest'epoca pensa: "Sono in una posizione piacevole. Ho abbastanza denaro e una casa in cui vivere. Ho tutti i comfort e cibo in abbondanza. Quando morirò sarà tutto finito quindi mi conviene godere la vita fintanto che vivo". Questa è la filosofia moderna, l'edonismo, che però non ha riscontro nella realtà.
Kunti sa bene di dover morire e rinascere ed è quindi ansiosa di porre fine a questo processo. Lo indicano le parole apunar bhavadarsanam. Quando si vede sempre Krsna, si è situati in Coscienza di Krsna perché Coscienza di Krsna significa pensare sempre a Krsna. La nostra coscienza dovrebbe essere sempre assorta nel pensare a Krsna. Per questa ragione il maestro spirituale impegna in diversi modi i devoti in Coscienza di Krsna come per esempio chiedendo di distribuire libri in Coscienza di Krsna. Ma se i devoti pensano che l'energia spesa nel vendere libri potrebbe essere utilizzata per vendita di gioielli si sbagliano.
Diventerebbero solo dei gioiellieri.
Dovremmo prestare la massima attenzione a non deviare dalla Coscienza di Krsna.







UN TAGLIO SU UN DITO

Bisogna tollerare il pericolo e la sofferenza anche in Coscienza di Krsna e accoglierlo sempre di buon grado pregando Krsna.
Come pregare Krsna? Tat te 'nukampam susamiksamano: "Mio caro Signore, è per Tua misericordia che mi trovo in questa situazione pericolosa". Questo è il modo di vedere del devoto che non vede il pericolo come pericolo ma al contrario pensa che si tratti di misericordia di Krsna. Che genere di misericordia? Bhunjana evatmakrtam vipakam: "A causa delle mie precedenti attività era stabilito che io soffrissi molto e invece Tu stai mitigando queste sofferenze dandomene solo una piccola parte". In altre parole, per grazia di Krsna, un devoto può subire solo sofferenze simboliche.
In tribunale succede talvolta che un uomo importante sia giudicato colpevole e che venga multato dal giudice per centomila dollari perché è in grado di pagarli; il giudice potrebbe però fargliene pagare solo cento. Anche questa è una punizione anche se è molto ridotta. Analogamente bisogna espiare per le azioni compiute nel passato: è una realtà che non è possibile evitare. Però: Karmani nirdahati kintu ca bhaktibhajam: le sofferenze di coloro che si impegnano in servizio devozionale in Coscienza di Krsna vengono ridotte. Una persona che per esempio è destinata ad essere accoltellata, anziché essere uccisa può semplicemente farsi un taglio su un dito. In questo modo, per coloro che sono impegnati nel servizio devozionale, le reazioni delle attività passate sono ridotte al minimo. Sri Krsna assicura ai Suoi devoti, aham tvam sarva papebhya moksayisyami: "Vi proteggerò dalle reazioni delle vostre attività peccaminose". Se un devoto ha un passato criminale anziché essere assassinato può semplicemente tagliarsi un dito. Perché allora dovrebbe avere paura del pericolo?
Bisogna solo dipendere dalla Coscienza di Krsna perché se si è coscienti di Krsna in qualsiasi circostanza ci si trovi non si dovrà ritornare in questo mondo materiale (apunar bhavadarsanam). Se pensiamo continuamente a Krsna, vediamo Krsna, lavoriamo per Krsna e in un modo o nell'altro restiamo in Coscienza di Krsna otterremo benefici tali da non essere più costretti a rinascere nel mondo materiale. Questo è il vero beneficio.
Se però troviamo piacevole impegnarci in cose materiali, così da dimenticare Krsna e da dover rinascere, che benefici otterremo? Bisogna prestare molta attenzione a questo e agire in modo tale che la nostra Coscienza di Krsna non sia turbata in nessuna circostanza, anche in presenza di gravi sofferenze. Queste sono le istruzioni di Kunti devi. Prima di vincere la battaglia di Kuruksetra, come descrivono i versi citati sopra, i Pandava furono posti in molte situazioni terribili. Furono avvelenati, furono messi in una casa di lacca che a cui poi venne dato fuoco e si dovettero battere con grandi demoni cannibali. Persero il regno, la moglie, il prestigio e furono esiliati nella foresta.







DOBBIAMO AVERE
UNA FEDE INCROLLABILE

Quando i Pandava andarono a trovare il loro nonno, sul suo letto di morte, Bhismadeva si mise a piangere. "Questi ragazzi, i miei nipoti, sono molto santi" disse "Maharaja Yudisthira, il fratello maggiore, è una persona così santa che viene chiamato Dharmaraja, il re della religione. Bhima e Arjuna sono devoti ed eroi così potenti che possono uccidere migliaia di uomini. La loro moglie, Draupadi, è la dea della fortuna; dovunque essa si trovi non esiste carestia. Tutti loro formano di conseguenza una combinazione meravigliosa e per di più Sri Krsna è sempre con loro. Ciò nonostante soffrono". Ricominciò allora a piangere, dicendo: "Non so quali siano i piani di Krsna, non so perché anche devoti così santi debbano soffrire".
Non bisogna pensare: "Ora sono un devoto; non dovrò più subire pericoli e sofferenze". Prahlada Maharaja soffrì enormemente e così soffrirono altri devoti come i Pandava e Haridasa Thakura. Non bisogna però essere turbati dalla sofferenza. Bisogna avere una fede incrollabile, una solida convinzione e sapere che Krsna è presente e ci proteggerà. Non si può prendere rifugio in altri che in Krsna.
Rifugiatevi sempre in Krsna.















L'AMORE E' CIECO
(ma potrebbe non esserlo)

di MADHUSEVITA DASA ADHIKARI


figure:
Incisione tratta dalle Tabulae Anatomicae di Julius Cassericus, 1627



Secondo le Scritture vediche, l'universo è popolato da 8.400.000 specie di vita. Ci sono esseri viventi ovunque, non solo su questo pianeta ma anche su molti altri, e posseggono caratteristiche diverse da quelle degli abitanti della Terra.
Osservando più da vicino anche solo il pianeta su cui viviamo, noteremo che le specie di vita sono molteplici, come molteplici e diversi tra loro sono i rispettivi aspetti fisici, i modi di pensare, di comunicare, di mangiare, di dormire e di amare. In tutti questi esseri esiste l'attrazione per un altro membro della propria specie; il principio base di questa attrazione è la soddisfazione che si può ottenere instaurando una relazione con l'altro o l'altra. L'attrazione è più o meno intensa a seconda di quanto apprezziamo gli aspetti fisici, emotivi, psicologici, culturali e sentimentali del partner, insomma di quanto ci colpisce la sua natura.
Così non c'è da stupirsi che un pastore tedesco sia entusiasta nel vedere il lungo muso, le orecchie ritte e la lingua penzolante di una femmina della sua specie, e che i guaiti che essa produce suonino come invitanti frasi d'amore; rosicchiare insieme un osso, rincorrersi o annusare gli angoli delle strade in una meravigliosa storia d'amore dando significato alla loro vita. Una mosca invece si strofinerà compiaciuta le zampe nel veder planare un baldo moscone dal ronzio accattivante che la invita a fare un giro.
Che provocazione per un elefante vedere il rollio di quintali di carne massiccia, per non parlare dei languidi barriti: ce n'è abbastanza per costruire insieme una felice unione familiare e generare dei dolci elefantini che cresceranno sotto lo sguardo affettuoso di papà e mamma.
E gli umani? La carnagione, gli occhi, i capelli, le forme fisiche, le parole, i sentimenti e la natura particolare dell'altra persona causano l'attrazione di chi osserva e fanno nascere il desiderio. Pelo piume squame o pelle, becco, proboscide o naso, pinne, zanne o gambe, natura canina, equina o umana, dunque non importa, la bellezza è negli occhi di chi guarda: l'amore è cieco.
Le Scritture vediche ci informano che questo è un mondo di ciechi, dove tutti hanno perduto la visione della vera forma spirituale degli esseri viventi e credono che sia naturale avere la pelle il pelo o le squame, una bocca o un becco, le zampe o le gambe, e sentire propria la natura umana o quella animale.
Chi crede di essere un corpo materiale è cieco, e in un mondo di ciechi l'amore non può essere altro che cieco. Siamo esseri spirituali eterni, e il corpo che abbiamo al presente è solo uno dei numerosissimi corpi che abbiamo acquisito nel corso di un numero incalcolabile di esistenze. Se nel corpo in cui ci troviamo ora non proviamo attrazione per la femmina (o il maschio) di un'altra specie (ad esempio una rana), ciò non significa che in passato non possiamo mai esserci innamorati di una forma di quel genere perché forse abbiamo avuto quel tipo di corpo e quella particolare natura e affinità, inoltre nulla ci garantisce che in futuro non rinasceremo in un corpo di rana.
E' imperativo dunque aprire gli occhi dell'anima, e vedere la forma e la natura spirituale di tutti gli esseri. Solo in questo modo l'infinita serie di desideri che nascono quando acquisiamo questo o quel corpo cesseranno di accecarci. Infatti sono proprio quei desideri che ci impongono sempre nuovi corpi in questo mondo materiale. Secondo le Scritture vediche esiste un meccanismo sottile chiamato "legge del karma" che governa le peregrinazioni dell'anima nei diversi corpi. La forza che muove questo meccanismo è il desiderio stesso che l'anima possiede, acquisendo diversi corpi, di sperimentare diverse forme di amore materiale.
E' decisamente una situazione imbarazzante amare piume, squame, pelle, ossa e grasso, o essere attratti da cinguettii, barriti o ruggiti, specialmente se si considera che i corpi che prendiamo vivono per un brevissimo lasso di tempo.
L'amore dell'anima per Krsna e per gli altri esseri viventi, Sue parti integranti infinitesimali, è eterno e contempla le vere forme spirituali piene di conoscenza e di gioia. Quell'amore non illude l'anima, ma al contrario la libera dal ciclo di nascite e di morti e la cura dalla dolorosa cecità materiale che la affligge.
Nei templi del Signore si può contemplare la Sua forma meravigliosa, negli scritti vedici, come lo SrimadBhagavatam, si possono leggere le descrizioni delle Sue affascinanti qualità, e il Suo Nome è l'essenza di tutta la gioia; non è difficile perciò cominciare a sviluppare amore per Krsna, Colui che abbiamo dimenticato da tempo immemorabile, ma che eternamente aspetta che torniamo ad amarLo.
In questo mondo il nostro amore è cieco, ma potrebbe non esserlo.















Libri

SRIMADBHAGAVATAM



Primo Canto: "La Creazione"

Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.







CAPITOLO DUE

La divinità e il servizio di devozione



TRADUZIONE

Sri Krsna, il Signore Supremo, costituisce l'oggetto supremo della conoscenza rivelata dalle Scritture. Lo scopo dei sacrifici è di soddisfarLo, la pratica dello yoga mira a realizzarLo, ed è solo Lui che, in definitiva, conferisce i frutti di ogni azione interessata. Egli è la conoscenza suprema e le dure austerità sono compiute per conoscerLo. La religione (dharma) consiste nel servirLo con amore e devozione. Egli è il fine supremo dell'esistenza.



SPIEGAZIONE

Questi due sloka confermano che Sri Krsna, il Signore Supremo, costituisce l'unico oggetto di adorazione. E tutte le Scritture vediche hanno lo stesso scopo: permettere di ristabilire la nostra relazione con Lui per tornare a impegnarci nel Suo servizio d'amore. Questa è la sintesi dei Veda. E il Signore, nella Bhagavadgita, ribadisce questa verità con le Sue stesse parole: "Il fine di tutti i Veda è quello di conoscerMi" (B.g., 15.15). Il Signore stesso nella forma dell'avatara Vyasadeva ha compilato tutte le Scritture vediche, affinché le anime cadute, condizionate dalla natura materiale, si ricordino di Lui, Sri Krsna. Nessun essere celeste può accordare la liberazione. Questo è il verdetto di tutte le Scritture vediche. Tuttavia gli impersonalisti, che non hanno alcuna conoscenza del Signore Supremo, minimizzano la Sua onnipotenza e Lo abbassano allo stesso livello di tutti gli
altri esseri viventi. Per quest'offesa essi ottengono solo con grandi difficoltà la liberazione dalla schiavitù materiale e giungono ad abbandonarsi al Signore solo dopo innumerevoli esistenze dedicate a coltivare la conoscenza trascendentale.
Si potrebbe obiettare che le attività vediche si basano su cerimonie sacrificali. Ma questi sacrifici sono destinati a realizzare ciò che riguarda Vasudeva. Un altro nome di Vasudeva è Yajna (l'oggetto di ogni sacrificio), e la Bhagavad-gita afferma chiaramente che ogni sacrificio e ogni attività devono essere compiuti per la soddisfazione di Yajna, o Visnu, il Signore Supremo. Questo vale anche per i diversi metodi di yoga. Il termine yoga significa entrare in contatto con il Signore Supremo, ma la pratica dello yoga implica diversi esercizi fisici - asana, pranayama, dhyana (meditazione), e così via - che mirano tutti alla concentrazione sull'aspetto "localizzato" di Vasudeva, il Paramatma. La realizzazione del Paramatma è solo una realizzazione parziale di Vasudeva, ma lo yogi che riesce nel suo tentativo può in seguito realizzare Vasudeva in tutta la Sua pienezza. Sfortunatamente, gli yogi si lasciano spesso affascinare dai poteri sovrannaturali che sviluppano nel corso di esercizi fisici e ricadono così sotto il dominio della natura materiale. Avranno tuttavia la possibilità di rinascere in una famiglia di brahmana eruditi o di ricchi mercanti per continuare l'opera incompiuta di realizzare Vasudeva. Se per loro grande fortuna sapranno approfittare dell'occasione ricercando la compagnia dei sadhu, o uomini santi, potranno certamente realizzare Vasudeva. Purtroppo, gli uomini che nascono in queste famiglie talvolta si lasciano affascinare dalle ricchezze e dagli onori, dimenticando di nuovo lo scopo della vita.
Anche lo sviluppo della conoscenza ha come scopo Vasudeva. La Bhagavadgita descrive i diciotto elementi della conoscenza e spiega che sviluppando la conoscenza ci si libera progressivamente dall'orgoglio e dalla vanità, si acquisisce la nonviolenza, la tolleranza, la semplicità e la devozione verso i grandi maestri spirituali, e il controllo del sé e il distacco dalla famiglia e si diventa coscienti delle sofferenze generate da nascita, malattia, vecchiaia e morte. Lo sviluppo della conoscenza culmina nel servizio di devozione al Signore Supremo, Vasudeva. Vasudeva è dunque il fine supremo della conoscenza in tutte le sue parti, e la conoscenza che ci conduce a Vasudeva, al livello spirituale, è la vera conoscenza. La Bhagavadgita condanna ogni forma di conoscenza materiale, designandola con il nome di ajnana, "ciò che si oppone alla vera conoscenza". La conoscenza materiale, infatti, mira solo all'appagamento dei sensi; ciò comporta la continuazione dell'esistenza materiale e delle tre forme di sofferenza che la caratterizzano. La continuazione della miserabile esistenza materiale è ignoranza. Ma se usiamo questa conoscenza materiale per elevarci alla conoscenza spirituale, sarà possibile mettere un termine alle miserie dell'esistenza materiale e accedere all'esistenza spirituale al livello di Vasudeva.
Anche le austerità hanno lo scopo di raggiungere Vasudeva.
Per tapasya, o austerità, s'intende l'accettazione volontaria di alcune sofferenze del corpo per raggiungere un fine superiore. Ravana e Hiranyakasipu si sottoposero a severe torture per accrescere, in cambio, i loro futuri piaceri materiali. Anche certi uomini politici si sottomettono a dure austerità per un fine politico. Ma non è questo il vero tapasya. Si devono volontariamente subire dei disagi fisici solo al fine di conoscere Vasudeva. Questa è la vera austerità. Ogni altra forma di austerità è influenzata dalla passione o dall'ignoranza e non ci farà sfuggire alle sofferenze dell'esistenza materiale. Solo con la virtù è possibile alleviare le tre forme di sofferenza materiale. Anche Vasudeva e Devaki si sottoposero a grandi penitenze, ma allo scopo di avere come figlio Vasudeva. Come insegna la Bhagavadgita (14.4), Sri Krsna è il padre di tutti gli esseri viventi, l'essere originale dal quale emanano tutti gli altri esseri. Egli è il beneficiario originale ed eterno, supremo tra tutti gli altri, e nessuno può dunque diventare Suo padre, come credono talvolta gli ignoranti. Eppure, soddisfatto delle severe austerità di Vasudeva e Devaki, Krsna accettò di diventare loro figlio. Così, ogni austerità dev'essere compiuta solo per raggiungere lo scopo della conoscenza, Vasudeva.
Vasudeva è il Signore Supremo, Sri Krsna, nella Sua forma primordiale. Come si è già visto, il Signore originale Si manifesta in un numero infinito di forme. Questo Gli è possibile grazie alle Sue diverse potenze, anch'esse innumerevoli. Le energie interne del Signore sono dette superiori, mentre quelle esterne sono dette inferiori; la Bhagavadgita (7.45) le designa rispettivamente come paraprakrti e aparaprakrti. Così, le diverse forme che emanano dal Signore, quelle che si manifestano attraverso le Sue potenze interne sono dette superiori, e quelle che si manifestano attraverso le Sue potenze esterne sono dette inferiori. Anche gli esseri individuali si classificano tra queste emanazioni: quelli che provengono dalla potenza interna del Signore sono eternamente liberati, e quelli che sono legati alle Sue energie materiali sono eternamente condizionati. La conoscenza, le austerità, i sacrifici e ogni altra attività dovrebbero essere diretti a sostituire l'influenza che agisce su di noi. Ora siamo dominati dall'energia esterna del Signore, perciò dobbiamo fare lo sforzo necessario per situarci sotto l'influenza dell'energia spirituale. La Bhagavadgita insegna che i mahatma, le persone la cui mente è diventata così ampia da permettere loro di impegnarsi nel servizio a Sri Krsna, sono sempre sotto l'influenza della potenza interna; ciò si rivela nell'impegno con cui servono il Signore senza mai deviare. Questo dev'essere lo scopo dell'esistenza, come confermano tutti i Testi vedici. Nessuno dovrebbe turbare la propria mente con l'azione interessata o con le aride speculazioni sulla conoscenza trascendentale. Tutti dovrebbero invece impegnarsi senza esitazione nel sublime servizio d'amore al Signore. Non c'è interesse neppure a rendere culto agli esseri celesti, perché essi agiscono come altrettante mani del Signore per la creazione, il mantenimento e la distruzione del mondo materiale. Innumerevoli esseri celesti molto potenti vegliano al buon funzionamento esterno del mondo materiale, ma sono tutti semplici assistenti del Signore, Vasudeva. Anche Siva e Brahma sono classificati tra gli esseri celesti, mentre Visnu, o Vasudeva, Si situa sempre sul piano trascendentale. Sebbene Egli accetti d'incaricarSi della virtù nell'universo materiale, Egli rimane al di là delle tre influenze della natura materiale. Un esempio chiarisce meglio il concetto: in una prigione, prigionieri e guardiani sono tutti legati alle leggi del re, soltanto il re è esente da queste leggi, anche quando si reca personalmente nella prigione. Perciò il re è sempre trascendentale alle leggi della prigione, come il Signore è sempre trascendentale alle leggi del mondo materiale.



VERSO 30


sa evedam sasarjagre
bhagavan atmamayaya
sadasadrupaya casau
gunamayaguno vibhuh

sah: quello; eva: certamente; idam: questo; sasarja: creò; agre: prima; bhagavan: il Signore Supremo; atmamayaya: con la Sua potenza personale; sat: la causa; asat: l'effetto; rupaya: che ha la forma di; ca: e; asau: questo stesso Signore; gunamaya: nelle tre influenze della natura materiale; agunah: trascendentale, vibhuh: l'Assoluto.



TRADUZIONE

All'alba della creazione materiale, il Signore Supremo e Assoluto (Vasudeva) dalla Sua posizione trascendentale creò le energie di causa e di effetto con la Sua propria potenza interna.



SPIEGAZIONE

La posizione del Signore rimane sempre al di là di ogni influenza materiale perché le energie di causa e di effetto necessarie alla manifestazione dell'universo materiale hanno origine da Lui. Il Signore, dunque, non è mai toccato dalle influenze della natura materiale. Il Suo essere, la Sua forma, le Sue attività e ciò che Lo circonda esistevano molto prima della creazione materiale. In Lui tutto è spirituale. Egli non ha nulla in comune con i caratteri propri del mondo materiale, qualitativamente differenti dai Suoi attributi spirituali.



VERSO 31


taya vilasitesv esu
gunesu gunavan iva
antahpravista abhati
vijnanena vijrmbhitah

taya: da loro; vilasitesu: sebbene nel ruolo di; esu: queste; gunesu: le influenze della natura materiale; gunavan: colpito dalle influenze della natura materiale; iva: come se; antah: all'interno; pravistah: entrato in; abhati: sembra essere; vijnanena: per la coscienza trascendentale; vijrmbhitah: perfettamente illuminato.



TRADUZIONE

Dopo aver creato la sostanza materiale, il Signore (Vasudeva) vi penetra manifestandoSi. Sebbene sembri soggetto alle influenze della natura materiale e appaia come uno degli esseri creati, Egli rimane sempre perfettamente illuminato e mantiene sempre la Sua posizione trascendentale.



SPIEGAZIONE

Gli esseri viventi sono parti integranti del Signore ma distinti da Lui, e tra questi, gli esseri condizionati, cioè inadatti a vivere nel regno spirituale, vengono sparsi in tutto l'universo materiale per godere a sazietà della materia. Nella forma di Paramatma e come amico eterno di tutti gli esseri viventi, il Signore accompagna in questo mondo ogni anima condizionata per guidarla nella sua ricerca di piaceri materiali e per essere testimone di tutte le sue azioni. Mentre l'anima condizionata soffre o gode delle situazioni materiali, il Signore mantiene sempre la Sua posizione trascendentale senza mai essere contaminato dall'atmosfera materiale.
Le Scritture vediche (sruti) ci parlano di due uccelli su un albero. Uno mangia i frutti dell'albero e l'altro osserva le azioni del primo. L'uccello testimone è il Signore, e quello che mangia i frutti è l'essere individuale. Quest'ultimo ha dimenticato la propria identità e nella sua condizione materiale si lascia trasportare dalle attività interessate. Ma il Signore, il Paramatma, possiede sempre la completa conoscenza trascendentale. Questa è la differenza tra l'Anima Suprema e l'anima condizionata. L'anima condizionata, cioè l'essere vivente, è soggetta alle leggi della natura, mentre l'Anima Suprema, il Paramatma, rimane il controllore dell'energia materiale.



VERSO 32


yatha hy avahito vahnir
darusv ekah svayonisu
naneva bhati visvatma
bhutesu ca tatha puman

yatha: proprio come; hi: esattamente; avahitah: carico di; vahnih: fuoco; darusu: nel legno; ekah: uno; svayonisu: la fonte delle manifestazioni; nana iva: come molteplice; bhati: illumina; visvaatma: il Signore nella forma del Paramatma; bhutesu: negli esseri viventi; ca: e; tatha: allo stesso modo; puman: la Persona Assoluta.



TRADUZIONE

Il Signore, come Anima Suprema, pervade ogni cosa come il fuoco penetra il legno; Egli sembra così assumere diverse nature, ma rimane l'Essere Assoluto, unico e senza secondi.



SPIEGAZIONE

Il Signore Supremo, Vasudeva, Si manifesta in tutto l'universo materiale nella forma di una delle Sue emanazioni plenarie, il Paramatma, e la Sua presenza è percepibile persino nell'atomo e nelle sue particelle. Materia, antimateria, protone, neutrone, ecc. rappresentano differenti manifestazioni della presenza del Paramatma. Come il fuoco si rende visibile nel legno o il burro si forma dal latte, così la presenza del Signore nella forma del Paramatma può essere percepita in ogni cosa con il metodo che consiste nell'ascoltare e nel trasmettere adeguatamente gli argomenti trascendentali di cui trattano specialmente le Scritture vediche, come le Upanisad e il Vedanta. Lo SrimadBhagavatam è la spiegazione autentica di questi Testi. Si può realizzare il Signore attraverso l'ascolto del messaggio trascendentale, ed è questo l'unico modo di realizzare gli argomenti trascendentali. Come con l'aiuto di un oggetto già infuocato si può far divampare il fuoco dal legno, così è possibile ravvivare la coscienza di Dio nell'uomo per la grazia divina di un uomo già pienamente realizzato. Sua Divina Grazia il maestro spirituale può far divampare il fuoco spirituale dal legno che rappresenta l'essere individuale trasmettendogli le istruzioni spirituali appropriate. E' dunque necessario avvicinare un maestro spirituale qualificato e ascoltarlo con sottomissione; questo è l'unico modo per realizzare gradualmente l'esistenza di Dio. Ecco ciò che distingue l'uomo dall'animale: l'uomo può ascoltare intelligentemente, l'animale no.



VERSO 33


asau gunamayair bhavair
bhutasuksmendriyatmabhih
svanirmitesu nirvisto
bhunkte bhutesu tadgunan

asau: questo Paramatma; gunamayaih: soggetti alle influenze della natura materiale; bhavaih: esseri; bhuta: creati; suksma: sottili; indriya: i sensi; atmabhih: dagli esseri viventi; svanirmitesu: nelle Sue stesse creazioni; nirvistah: penetrando; bhunkte: causa il godimento di; bhutesu: negli esseri viventi; tatgunan: queste influenze materiali.



TRADUZIONE

L'Anima Suprema entra nel corpo degli esseri creati, soggetti alle influenze della natura materiale, e fa in modo che attraverso la mente sottile essi godano degli effetti di queste influenze.



SPIEGAZIONE

Esistono 8400000 specie di esseri viventi, da Brahma, il più intelligente di tutti gli esseri, fino all'insignificante formica, e tutti godono del mondo materiale secondo i desideri della mente sottile e del corpo grossolano. Il corpo materiale grossolano dipende dalle condizioni della mente sottile, perché i sensi sono creati in funzione dei desideri dell'essere vivente. Il Signore, nella forma del Paramatma, aiuta gli esseri viventi a ottenere il godimento materiale perché, da soli, essi sono incapaci di soddisfare anche il minimo desiderio. L'uomo propone e Dio dispone. D'altra parte, gli esseri viventi fanno parte integrante del Signore e partecipano dunque della Sua natura. Il Signore stesso, nella Bhagavadgita, dice di essere il padre di tutti gli esseri viventi di ogni specie. Il padre soffre e gode indirettamente della felicità e della sofferenza dei suoi figli, ma non è mai colpito direttamente dalla felicità e dalla sofferenza dei figli. Il Signore è talmente misericordioso che, nella forma del Paramatma, accompagna sempre l'essere vivente e Si sforza instancabilmente di convertirlo alla vera felicità.



VERSO 34


bhavayaty esa sattvena lokan vai lokabhavanah
lilavataranurato
devatiryannaradisu

bhavayati: sostiene; esah: tutti questi; sattvena: con la virtù; lokan: in tutto l'universo; vai: generalmente; lokabhavanah: il sovrano di tutti gli universi; lila: divertimenti; avatara: manifestazioni divine; anuratah: giocando il ruolo; deva: tra gli esseri celesti; tiryak: tra gli animali inferiori; naraadisu: tra gli esseri umani.



TRADUZIONE

Il Signore degli universi sostiene tutti i pianeti, popolati da esseri celesti, da uomini e da animali inferiori, e appare nei mondi, sotto varie forme di avatara, rivelando i Suoi divertimenti per richiamare a Sé coloro che sono guidati dalla pura virtù.



SPIEGAZIONE

Esistono innumerevoli universi materiali, e ciascuno di essi racchiude innumerevoli pianeti popolati da diverse categorie di esseri che sono differentemente influenzati dalla natura materiale. Il Signore, Visnu, appare in ciascuno di questi universi, in ognuna di queste categorie di esseri, e vi manifesta i Suoi divertimenti trascendentali solo al fine di far nascere in ogni essere il desiderio di tornare nel regno di Dio. Il Signore mantiene sempre la Sua posizione originale e trascendentale anche se sembra assumere diverse nature secondo le circostanze di tempo e di luogo.
Egli appare talvolta personalmente o Si fa rappresentare da un essere qualificato a cui Egli stesso conferisce particolari poteri, ma in entrambi i casi lo scopo è lo stesso: ricondurre a Sé, nella loro dimora originale gli esseri colpiti dalla sofferenza.
(continua nel prossimo numero)















Luoghi Santi

La terra degli Hare Krsna

BOMBAY

Il centro culturale più famoso di Bombay sta stimolando la rinascita delle arti e delle scienze in India.



Mescolando costantemente il vecchio al nuovo, Bombay, al settimo posto tra le città più grandi del mondo, centro dell'industria e del commercio indiano, è un luogo di contrasti: palazzi con appartamenti lussuosi che rimpiccioliscono di fronte a ghetti cadenti; operaie che tengono cautamente in equilibrio sulla testa pesanti cataste di mattoni; templi di marmo circondati da traballanti cartelloni pubblicitari che annunciano l'ultimo film; ingorghi di macchine, autocarri, bovini ed elefanti; un reattore nucleare cinto da impalcature di bambù che oscillano pericolosamente nella brezza calda e polverosa.
Oltre a questi, c'è un altro inaspettato contrasto. Abbandonati i calori e il rumore del centro in una domenica pomeriggio, non meno di trentamila pellegrini prendono il treno o l'autobus che in quarantacinque minuti li porta alla prestigiosa spiaggia di Juhu dove le brezze provenienti dal Golfo Arabico offrono lo sperato refrigerio e dove l'orizzonte di cemento e vetro dà spazio ai palmizi e alla sagoma a cupole del tempio di RadhaRasavihari, la struttura centrale del complesso degli Hare Krsna.
Costruito dal Movimento Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON) come centro culturale e di pellegrinaggio, il complesso Hare Krsna riceve da due a tremila ospiti al giorno che aumentano a trentamila la domenica e a circa centomila durante le feste principali. I visitatori sono abitanti di Bombay che vengono attratti dall'opulenta adorazione a Sri Krsna e dalle conferenze sulla Bhagavadgita, stranieri che si fermano per l'albergo a quattro stelle del centro di Juhu e bambini locali che si riuniscono per i giochi organizzati dai devoti insegnanti. Alla sera la gente si riunisce nell'auditorium per assistere a seminari scientifici sponsorizzati dall'Istituto Bhaktivedanta o a opere teatrali classiche, a danze, o a concerti organizzati dal Centro ISKCON per le arti devozionali (Bhakti Kala Ksetra). Altri ospiti cenano al Govinda, il più famoso ristorante vegetariano di Bombay.
Il complesso culturale della ISKCON si estende su quattro acri di terreno verdeggiante a due minuti dalla spiaggia. La proprietà include anche un magazzino di libri a due piani dove i devoti caricano autobus e calessi per distribuire in ogni villaggio il messaggio di Sri Krsna raccolto in libri e riviste tradotti in Hindi, Gujarati, Telegu, Sindhi e altre lingue locali. Responsabile delle pubblicazioni è Sua Santità GopalaKrsna Goswami, dirigente della ISKCON in India occidentale.
Verso il fondo del complesso Hare Krsna si trova la Gurukula, scuola per bambini, finanziata in parte da G. D. Birla, l'ottuagenario capo della più importante famiglia industriale indiana. "Che Dio vi benedica per quanto state facendo" disse a Giriraja Swami.
Il progetto di Juhu è diretto da Giriraja Swami, sannyasi (devoto iniziato all'ordine di rinuncia) americano. Sotto la sua direzione è cresciuto tanto da includere 8.000 membri attivi (più dei famosi Rotary e Lyons di Bombay), un consiglio di industriali e influenti governanti e una congregazione ammontante a centinaia di migliaia di persone. In questa città di sei milioni di abitanti è difficile infatti trovare qualcuno che non abbia almeno una volta visitato il famoso complesso degli Hare Krsna di Juhu.
Giriraja Swami dice Srila Prabhupada, fondatore e guida spirituale della ISKCON, già pensava a questo complesso vent'anni fa, quando si preparava a diffondere gli insegnamenti di Sri Krsna in Occidente. Sapeva che molti occidentali che visitano l'India ne traggono un'impressione negativa perché, contrapposta allo standard occidentale, sembra una nazione estremamente povera. Sapeva anche che pochi occidentali sapevano dove e come scoprire la sua ricchezza spirituale.
Così dopo aver gettato le fondamenta della Coscienza di Krsna in America e in Europa, ritornò in India con i suoi discepoli e costruì il complesso Hare Krsna."
Per alcuni mesi dal loro arrivo i devoti organizzarono feste che fecero confluire più di 40000 persone per volta ricavando milioni di rupie per la costruzione. Più di metà dei fondi necessari furono inviati dall'estero da devoti e simpatizzanti che condividevano l'idea di Srila Prabhupada di costruire un santo luogo a Bombay. All'inaugurazione del tempio, nel 1978, parteciparono 20000 visitatori provenienti dai quattro continenti e una nutrita schiera di dignitari. Il Ministro della Sanità, Raj Narain, osservò: "Mi sorprende che voi occidentali abbiate accettato la nostra cultura proprio ora che noi la stiamo perdendo."
Molti abitanti di Bombay credono che la bellezza, la dignità e la divinità vennero sacrificate quando i leaders politici indiani scelsero la strada dell'occidentalizzazione e che il complesso Hare Krsna salvaguardi importanti elementi di quell'eredità spirituale ormai al tramonto: le arti classiche e l'architettura, la perfetta cucina vegetariana, l'adorazione nel tempio e le istruzioni delle scritture al più elevato modello Vaisnava.
Sadajiwatlal Chandulal, uomo d'affari di Bombay ed ex presidente dell'Hindu Vishwa Parishad (un'organizzazione religiosa internazionale), conobbe Srila Prabhupada prima della sua partenza per l'Occidente: "I suoi sforzi per far rinascere la coscienza di Krsna erano poco apprezzati in India; decise così di recarsi in Occidente per fondare il suo movimento. Dopo l'indipendenza ottenuta nel 1947, anziché ritornare alle sue tradizioni spirituali, l'India deviò sul materialismo ricercando la ricchezza individuale.
Era una situazione deprimente ma dopo il suo ritorno Prabhupada le diede nuova vita con la sua predica vigorosa e con progetti come Juhu".
A partire dagli anni quaranta, con interpretazioni errate della Bhagavad-gita si era tentato di negare la divinità di Krsna e di minimizzare il valore della cultura devozionale.
Slogan come "Le fabbriche sono i nostri templi" diventarono messaggeri di un nuovo luminoso futuro mentre le tradizioni e i credo religiosi vennero considerati riti vuoti e antiquati.
"Andando all'estero e provando l'universalità della Coscienza di Krsna'' dice Sadajiwatlal "Prabhupada diede modo alla gente di sentirsi orgogliosa delle proprie convinzioni spirituali. Egli dimostrò che la vera vita devozionale non era la causa dei problemi sociali dell'India ma la sua unica speranza".
Una parte dell'occidentalizzazione dell'India includeva l'importazione di modi stranieri di vestirsi, di comportarsi e di divertirsi. Oggi l'India produce molte più canzoni e films commerciali di qualsiasi altro paese con estremo rammarico persino di alcuni artisti che hanno fatto fortuna proprio con questo tipo di film.
Hema Malini sta al cinema indiano come il curry sta al riso: un'influenza onnipervadente. La sua bellezza e la sua celebrità sono note in tutto il paese. Dei suoi settantacinque films girati negli ultimi tredici anni però solo uno - Meera, la storia della più grande poetessa devota - trasmetteva un messaggio spirituale.
"Nessuno è venuto a vederlo" riconosce con rimpianto "sarei stata felice di recitare più parti devozionali ma il pubblico non è interessato. Una delle poche consolazioni che mi restano è il centro ISKCON di Juhu. I devoti e i programmi spirituali hanno incrementato le arti devozionali. Non tutti i templi riescono a farlo. Penso che ciò sia dovuto al fatto che la ISKCON pone sempre Krsna al centro dei suoi programmi mentre altri luoghi incoraggiano magari l'adorazione senza conferire però nessuna qualità personale e devozionale alla
mimica". Hema Malini ha dimostrato il suo apprezzamento diventando membro a vita del Movimento e facendo l'anno scorso uno spettacolo di danza classica nell'Auditorium della ISKCON. Ogni sera numerose persone intervengono ai programmi organizzati dal Centro Arti Devozionali della ISKCON. Alcune sere i devoti recitano pezzi in Hindi o in Bengali tratti dalle Scritture vediche, ma generalmente gli ospiti assistono a spettacoli musicali o a balletti interpretati dai maggiori artisti indiani, cantanti come M.S. Subhalaksmi e Hari Om Sharan e danzatori come Vyjayanthimala Bali e Ie sorelle Jhaveri.
"La musica e la danza sono sempre state parte integrante della vita devozionale" dice Nayana Jhaveri, capo della famosa famiglia di danzatrici di Manipuri, ''In passato i re santi patrocinavano queste cose e attraverso gli spettacoli anche la gente comune conosceva i passatempi di Krsna e la nostra eterna relazione con Lui. La spiritualità era l'essenza dell'arte. Ora l'educazione occidentale ha cambiato tutto questo e perdendo la devozione le arti sono diventate aggressive e grossolane''. Le sorelle Jhaveri hanno fatto spettacoli nei templi della ISKCON di Mayapura, Vrndavana e Bombay. Hanno anche danzato ai Rathayatra tenuti in Italia e in Francia.
"La migliore opportunità per degli artisti di rendere servizio devozionale a Krsna" dice Nayana Jhaveri, "sono i festival della ISKCON".

I devoti organizzano ogni mese feste spirituali, non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli villaggi in cui abita il settanta per cento della popolazione.
Talvolta anche diecimila abitanti dei villaggi si uniscono ai devoti per cantare Hare Krsna. La distribuzione di prasadam (cibo vegetariano offerto a Krsna) gioca un importante ruolo in questi raduni come pure le conferenze dei devoti nelle lingue locali. Un devoto europeo o americano che parla del messaggio di Krsna in un dialetto locale attira dozzine di "aachas", espressione universale indiana di sorpresa.
"Non è solo la novità di devoti occidentali ad impressionare la gente" dice Brijirattan Mohatta, direttore di parecchie società chimiche di Bombay. "Ciò che attrae la gente è soprattutto la purezza del loro messaggio. Gli Indiani sono cresciuti con l'idea di "dei" che promettono moksa (la liberazione) contro denaro, mentre Prabhupada ha insegnato ai suoi discepoli a parlare secondo gli sastra (le scritture) e a vivere sulla base di rigidi standard brahminici.
Oggi la ISKCON è una delle istituzioni più note e più appoggiate dell'India unicamente per questa ragione".
Al di fuori dell'India, i templi di Krsna si reggono sul ricavato della vendita dei libri e sul lavoro dei devoti.
Nella sua terra d'origine invece la ISKCON riposa sul solido apporto popolare che attraversa qualsiasi barriera di casta e di credo  un fenomeno che lo contraddistingue dai numerosi templi indiani che non accettano i non induisti.
Il Complesso Hare Krsna per esempio è diretto da un devoto proveniente da una famiglia induista, il contabile è giainista, uno dei coordinatori del complesso è musulmano, un altro cristiano, il segretario è ebreo e il guru iniziatore è il figlio di un sacerdote battista.
"Il resto dell'India viene influenzato da tutto quello che viene fatto qui" dice R.K. Maheswari, avvocato e devoto iniziato della ISKCON. "Basta iniettare qualcosa di positivo a Bombay e ne beneficia l'intero paese. La Coscienza di Krsna è una forza unificatrice in questo paese non perché converte la gente ma perché dimostra come la gente, qualunque sia la sua casta o l'ambiente da cui proviene, può essere felice dirigendo le sue energie al servizio di Dio".




figure:

Le sorelle Jhaveri, (sopra)
originarie dello stato
occidentale di Manipuri, si
esibiscono in un balletto
classico nell'Auditorium
Bhaktivedanta del
Complesso Hare Krsna.
A destra, l'attrice Hema
Malini distribuisce libri in
un incontro culturale a Juhu.
"I libri sulla Coscienza di
Krsna sono la base di tutte le
attività della ISKCON". dice
Giriraja Swami (alla sua
sinistra) "perché insegnano
come qualsiasi interesse
possa essere più completo se
c'è Krsna al centro".

Nel cuore del Complesso Hare Krsna (sopra), quattro acri sul Golfo Arabico, si erge il tempio RadhaRasaviharj, una stupenda struttura di marmo bianco con ventuno cupole. Adiacente al tempio è l'albergo, due torri di sette piani di arenaria rossa e bianca. Il complesso comprende anche un grande auditorium e un ristorante vegetariano. A sinistra l'entrata dell'albergo. All'estrema sinistra Giriraja Swami, presidente del complesso Hare Krsna.

Membri a vita del movimento Hare Krsna festeggiano con il krsna-prasadam, cibo offerto a Krsna, all'ombra di una tettoia dai colori luminosi (a sinistra).

Un luogo dagli svariati aspetti spirituali. Al mattino presto i devoti si riuniscono nel tempio principale (a sinistra). Nel piccolo padiglione sul fondo c'è una statua di Srila Prabhupada fondatore del complesso.

Dietro di lui c'è il recinto aperto del tempio. Più tardi nella giornata, gli ospiti affollano il tempio per gioiose cerimonie (sopra).

Il Consiglio dell'ISKCON (sopra) si incontra per discutere sul prossimo Rathayatra (festival dei carri). Da sinistra a destra: un devoto; S.P. Mandelia, presidente della Century Rayon; M.L. Bhakta, avvocato; Sadajiwatlal Chandulal, fiduciario; Hindu Vishwa Parishad; Brijrattan Mohatta, industriale e filantropo; Dr. N.D. Desai, industriale devoto iniziato dell'ISKCON; Giriraja e Jagatguru Swami, coordinatore del Rathayatra.

Devoti colmi di gioia
cantano Hare Krsna nel
centro di Bombay (a destra).

Un'insegna (in alto a
destra) annuncia un festival
Hare Krsna.











LO SVILUPPO RURALE DELLA ISKCON

Incoraggiare l'autosufficienza attraverso la realizzazione spirituale

Ciò che fa essenzialmente il centro di sviluppo agricolo della ISKCON (IRD) è prendere una fattoria fallita e farla funzionare; l'eccezionale è che lo fanno senza spendere denaro.
Il lavoro dell'IRD è talmente efficace che i proprietari delle fattorie della Provincia del Maharasthra offrono terreni in cambio di progetti dell'IRD in quell'area.
Una di queste offerte comprendeva un intero villaggio.
Un devoto venuto in India nel 1974 per il suo interesse per la vita comunitaria dei villaggi, dirige l'ufficio IRD del complesso Hare Krsna di Bombay.
Per avviare il progetto IRD i devoti presero in affitto una fattoria vicino a Nasrapur (a due ore da Bombay), organizzarono i lavori di ristrutturazione e ricostruzione e poi invitarono gli abitanti dei villaggi vicini a partecipare rendendosi conto che la competizione per ottenere il lavoro non faceva altro che esacerbare maggiormente i loro rapporti già tesi.
"Raccogliemmo persone da tutti e cinque i villaggi" dicono i responsabili "e dimostrammo loro che il lavoro non mancava per servire Krsna. Alcuni pulirono i pavimenti, altri lavarono il tempio, cucinarono, raccolsero legna, coltivarono il terreno o aiutarono nella dispensa.
Per la prima volta dall'indipendenza quei cinque villaggi lavorarono insieme, e si sedettero insieme per consumare il cibo preparato e servito dai devoti. Ora c'è un'atmosfera spirituale dove solo alcuni mesi prima c'erano guerre e omicidi".
I devoti spiegano che il progetto Gokula Dhama, nome del villaggio nel nord dell'India in cui Sri Krsna manifestò i suoi divertimenti d'infanzia cinquemila anni fa, sarà un
prototipo di villaggio ricostruito.
Sotto la guida di un consiglio della
ISKCON, gli abitanti dei villaggi di Nasrapur
e di quelli circostanti hanno già formato
delle cooperative che annoverano più di
quattromila abitanti della zona.
L'IRD sta anche fornendo agli abitanti
dei villaggi sistemi di irrigazione, istruzione
agrotecnica, magazzini e attrezzature.
"Il nostro primo obiettivo è che i villaggi diventino coscienti di Krsna e si organizzino in modo completamente autosufficiente. Costruire il tempio è quindi la prima cosa
che ci proponiamo di fare.
Poi inizieremo con attività a conduzione
familiare quali la tessitura, la ceramica, unità
di gas gobar e magazzini per materiale casalingo come sapone e incensi"
Il gobar è metano generato dal letame
bovino. Viene usato per riscaldare, cucinare,
e per l'illuminazione.
Appena si è diffusa la notizia dell'iniziativa della ISKCON per lo sviluppo agricolo, venne costituito un consiglio di cinquantaquattro membri che comprendeva rappresentanti governativi, uomini d'affari in pensione, ingegneri, veterinari e medici, pronti a dedicarvi tempo e denaro.
"Nonostante tutti i nostri buoni propositi
nessuno di noi sarebbe stato in grado di fare una cosa così importante e su larga scala da solo", dice Vasudev Pandya, esperto in economia.
Il Dr. Pandya che lavora per l'AllIndia Khadi e la Village Commission, è ora alla guida di un Comitato dell'IRD che si occupa della produzione e della vendita dei prodotti delle attività a conduzione familiare.
Il Dr. Pandya dice che "Gli stessi industriali e gli uomini d'affari di Bombay provengono da piccoli villaggi  solo una piccola parte della città è indigena  e dozzine di queste persone si sono già offerte di donare terra per progetti di sviluppo simili a questo. Tutti possono accorgersi del fatto che i devoti non sono dei mercenari, ma che vogliono onestamente spiritualizzare la società e che non hanno scopi politici".
Fra tutte le offerte di terreno, il Comitato dell'IRD ha selezionato venti progetti nella Provincia di Maharashtra basati sul prototipo di Gokula Dhama.



figure:

I devoti che si occupano dello Sviluppo Agricolo della ISKCON discutono gli aspetti ecologici innovativi dei progetti IRD con e il Dr. Vasudev Pandya dell'AllIndia Khadi e del Village Commission.

Un devoto responsabile del progetto di Sviluppo Agricolo della ISKCON osserva stoffe di khadi lavorate a mano con R.V. Mehta direttore generale delle officine della Commissione Industriale del Khadi Village.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Tecnologia E Disoccupazione

Questa conversazione si è tenuta tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ed un suo discepolo a Ginevra.



Devoto: Un uomo politico in India, in un suo recente discorso, diceva che l'80% degli indiani vive in villaggi rurali e proponeva di incrementare la tecnologia nelle campagne. Anziché effettuare la raccolta del grano a mano, suggeriva l'introduzione di mietitrici motorizzate e, invece di utilizzare buoi per tirare l'aratro, l'uso del trattore.
Srila Prabhupada: In India molte persone sono già disoccupate, quindi introdurre macchinario non è una buona idea. Il lavoro di cento uomini può essere fatto a macchina da un solo uomo. Ma perché ci devono essere così tanti disoccupati? Perché non assumere cento persone anziché una? Anche qui in occidente c'è tanta disoccupazione. Poiché nei vostri paesi occidentali ogni cosa è fatta a macchina, voi create molta frustrazione nei giovani che non hanno nulla da fare. Questo è un altro tipo di disoccupazione. Così, in molti casi, le macchine creano disoccupazione. Tutti dovrebbero avere un impiego, altrimenti potrebbero sorgere delle difficoltà. "L'ozio è il padre dei vizi". Quando c'è troppa gente senza un'occupazione, perché mai dovremmo introdurre macchine ed aumentare la disoccupazione? La miglior cosa è che nessuno sia disoccupato; tutti dovrebbero avere qualcosa da fare.
Devoto: Ma qualcuno potrebbe far notare che le macchine ci liberano da così tanto spreco di tempo e di fatica.
Srila Prabhupada: Liberarci per che cosa? Per ubriacarci e fare ogni sorta di sciocchezze. Che significato ha questa libertà? Se si potesse dare libertà alla gente così che questa si possa dedicare alla coscienza di Krsna, allora è un'altra faccenda. Naturalmente, quando qualcuno viene a fare parte del nostro movimento per la coscienza di Krsna, dovrebbe comunque essere impegnato a tempo pieno. Lo scopo di questo movimento non è quello di mangiare e dormire ma quello di lavorare per Krsna. Quindi sia nella coscienza di Krsna che nella società esteriore, la politica è quella che tutti dovrebbero essere impegnati e indaffarati. Solo allora ci sarà una vera civilizzazione.
Nella civiltà Vedica, era dovere del capo della società di assicurarsi che ognuno lavorasse, sia come brahmana (gli intellettuali o gli insegnanti), che come ksatriya (i militari o i capi politici), sia come vaisya (agricoltori o mercanti) che come sudra (i manovali). Tutti devono lavorare. Allora ci sarà pace.
Al momento possiamo vedere, come conseguenza di tanta tecnologia, tanta disoccupazione e tanti sfaccendati. I ragazzi non hanno voglia di fare niente.
Devoto: Un'altra polemica potrebbe essere che con la tecnologia si può lavorare molto meglio, con più efficienza, cosicché la produttività di quelli che lavorano aumenti.
Srila Prabhupada: E' meglio che più uomini lavorino meno efficientemente. Nella Bhagavadgita (18.48) Krsna dice: Ogni impresa è coperta da qualche errore, come il fuoco è coperto dal fumo. Perciò, o figlio di Kunti, nessuno deve abbandonare l'attività propria della sua natura, anche se è piena di sbagli.
E un proverbio hindi dice ''Bekari se begari acchi hai". Bekari significa "senza occupazione" e begari significa "lavorare senza salario". In India, nei villaggi, ci sono molte persone che si rivolgono a dei negozianti o a dei signori chiedendo: "Per favore, datemi un lavoro. Non voglio un salario. Se volete, potete darmi qualcosa da mangiare. Altrimenti non voglio nemmeno quello". Quale gentiluomo  se lavorate per lui  non vi darebbe qualcosa da mangiare? Immediatamente il lavoratore trova un impiego, del cibo ed un riparo. Poi, quando si mette a lavorare, se il gentiluomo vede che fa proprio un buon lavoro, dirà "Va bene, ti darò un salario". Perciò è meglio lavorare senza remunerazione che rimanere in ozio, senza alcun lavoro. Quella è una posizione molto pericolosa. Ma nella società moderna, grazie a tante macchine, ci sono tanti disoccupati e tanti poltroni. Non va bene. Devoto: La gran parte della gente direbbe che queste idee sono molto antiquate. Preferiscono la loro tecnologia  anche se questa comporta un alto tasso di disoccupazione  perché è vista come una liberazione dal lavoro faticoso e dà la libertà di godere della televisione, del cinema, delle automobili.
Srila Prabhupada: La tecnologia non è libertà. E' piuttosto via libera per l'inferno. Non è libertà. Ognuno dovrebbe essere impegnato in attività a seconda delle proprie capacità. Se sei intelligente, potresti fare il lavoro di un brahmana, studiando le scritture e scrivendo libri, diffondendo agli altri la tua conoscenza. Questo è il lavoro del brahmana. Non devi preoccuparti del tuo sostentamento, provvede la società. Nella società Vedica i brahmana non lavoravano per un salario. Erano impegnati a studiare la letteratura Vedica e ad insegnare agli altri, e la società dava loro il cibo.
Gli ksatriya invece devono dare protezione agli altri membri della società. Ci saranno pericoli, ci saranno attacchi, e lo ksatriya dovrà proteggere la popolazione. Per questo motivo possono imporre delle tasse. Meno intelligenti degli ksatriya sono i vaisya, la comunità dei commercianti, dedita alla produzione di cibo e alla protezione delle mucche. Queste cose sono necessarie. Ed infine ci sono i sudra che aiutano le tre classi più elevate.
Questa è la suddivisione naturale della società, ed è molto utile perché è stata creata da Krsna stesso (caturvarnyam maya srstam). Tutti hanno un'occupazione. La classe intelligente ha un'occupazione, la classe marziale ha un'occupazione, la classe agricola e commerciale ha un'occupazione e gli altri, i sudra, hanno anche loro un'occupazione. Non c'è alcun bisogno di creare partiti politici e di combattere. Nei tempi Vedici non c'erano queste cose. Il re era il supervisore che si assicurava che tutti compissero il proprio dovere. Così la gente non aveva tempo di creare falsi partiti politici, di fare agitazioni e di combattere fra loro. Non c'era una possibilità simile.
Ma l'inizio di ogni cosa è capire: "Io non sono questo corpo" e questo è evidenziato più volte da Krsna nella Bhagavad-gita.















L'Osservatore Vedico

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo

a cura di Giorgio Cerquetti  Goura Krsna dasa



IL PRANZO VEGETARIANO

Leggevo sul "Corriere della Sera" la lettera di un passeggero vegetariano che lamentava le molte difficoltà incontrate per riuscire ad avere un pasto vegetariano a bordo dell'aereo.
In un altro articolo sull'Espresso, il sociologo Giampaolo Fabris scrive: "Il consumo di carne bovina in Italia è in forte flessione ormai da diversi anni. Eppure le previsioni, sino ad un recente passato, erano tutte improntate all'ottimismo. Il maggior reddito disponibile, si diceva, si sarebbe certamente tradotto in una riqualificazione dei consumi alimentari. Ed a beneficiarne sarebbe stata soprattutto la carne. La carne che era da sempre nelle aspirazioni nutrizionali e gastronomiche di gran parte della popolazione. La carne che generava forza e coraggio, che si trasformava miracolosamente in crescita e benessere. La carne, antidoto prezioso a tante malattie, alimento emblematico dei paesi evoluti dove modernità, maggior potere d'acquisto ed una più sviluppata cultura alimentare, si saldavano strettamente insieme, legittimando l'immagine di eccellenza del prodotto. Ebbene questo scenario è rapidamente cambiato."
L'articolo continua spiegando che in futuro le nuove scelte alimentari vegetariane aumenteranno, lentamente ma in modo irreversibile.
Fabris vede nell'abbandono della carne il sorgere di un nuovo fondamento etico e preannuncia per la carne il viale del tramonto.
"Non credo, conclude il sociologo, che affidare ad un designer, come ha fatto il Consorzio Italiano Carni, il compito di migliorare il look un po' da obitorio dei punti vendita degli oltre mille associati, e di trasformare in verde ecologico il rosso sangue delle macellerie, servirà a molto."
Come mai è difficile avere un pasto vegetariano sugli aerei, nelle mense aziendali, nelle refezioni scolastiche e nelle corsie degli ospedali (dove dovrebbe essere addirittura obbligatorio)?
Perché gli amministratori dei settori pubblici e privati non si rendono conto del cambiamento della società reale, quella formata dalla gente e dagli individui pensanti che da qualche anno in numero sempre maggiore stanno rifiutando la carne sanguinolenta, simbolo alimentare e culturale di una società violenta e repressiva?
Cosa aspettano i politici, che nasca il partito dei vegetariani?
Ci auguriamo, poiché siamo contro gli estremismi, che ciò non avvenga, ma che al più presto, in tutti gli ambiti sociali e a tutti sia garantito il diritto di alimentarsi nel modo più confacente alla propria personalità e alle proprie scelte. Pasto vegetariano, benvenuto!
Un'ultima cosa, se le macellerie vogliono continuare a vendere la carne dovrebbero smettere di chiamarla "fresca", ma più onestamente dovrebbero scrivere fuori dal negozio: "Qui si vendono carni morte".
Le carni fresche sono quelle che avete voi indosso e fortunatamente non sono ancora in vendita per uso alimentare.










FUOCO

Il fuoco insieme all'aria, l'acqua, la terra e l'etere è uno degli elementi che costituiscono il mondo a noi visibile.
Mentre d'inverno il fuoco è per lo più usato positivamente per cucinare, per riscaldare e per effettuare diverse operazioni di indiscussa utilità, con l'inizio dell'estate il fuoco diventa un pericolo, un incubo per questa società contemporanea già colma di problemi e difficoltà. In questi ultimi anni i "fuochi" estivi sono diventati una vera e propria minaccia, un attentato alla vita. L'anno scorso decine di persone sono morte in modo atroce negli incendi che hanno devastato l'Italia.
Ben quindici milioni di alberi, l'estate scorsa, sono bruciati "vivi"; anche gli alberi, come tutti gli altri esseri, hanno diritto alla vita anche se non si possono né muovere, né difendere.
L'aspetto più tragico di questi "fuochi" assassini è che solo lo 0,2 per cento è causato da fenomeni naturali, cioè fulmini o autocombustione.
Per il 68,2 per cento si tratta di incendi appiccati volontariamente dagli uomini ed il 31,6 per cento dipende dalla distrazione e dall'inesperienza di altri uomini.
Analizziamo i due tipi di uomini: chi incendia in modo premeditato boschi e foreste dovrebbe essere considerato un criminale e andrebbe trattato come tale.
Chi invece facendo una gita o una passeggiata fa cadere a terra una sigaretta ancora accesa o abbandona un fuoco ancora ardente è vittima di una cultura che si è troppo allontanata dalla natura.
Troppi cittadini metropolitani, che sono poi come numero la maggioranza della popolazione, non sanno avere un rapporto con il verde e la natura in genere senza fare danni, sporcare, inquinare, rompere o, appunto, incendiare.
L'abitudine al fumo, di per sé dannosa e cancerogena, diventa in campagna un potenziale killer in grado di togliere la vita. Bisogna ripercorrere i sentieri montani e campestri con un'attitudine spirituale, cercando di capire l'armonia divina che pervade la creazione.
Il fuoco deve rimanere un elemento amico, meno fumatori e meno piromani sarebbero un segno evidente di una società più civile ed evoluta.
Proviamoci. La tragedia può essere fermata, parlatene con gli amici, e se necessario anche con gli estranei: l'estate si avvicina.















''Benvenuto alla Festa della Domenica.
Ti stavamo aspettando...''

Questo è il saluto che puoi aspettarti ogni domenica al centro Hare Krsna. Noi trascorriamo tutta la giornata, dal primo mattino al pomeriggio inoltrato, a preparare attentamente una
squisita serie di buonissimi piatti vegetariani. Per chi? Beh, per Krsna...
...e per te che potrai gustarli gratuitamente, portando chi vuoi alla Festa della Domenica. Per noi, tu non sarai mai solo un volto nella folla.
Sei il benvenuto. Ti stiamo aspettando. Qui a fianco gli indirizzi e i numeri di telefono dei nostri centri.

Vieni a trovarci!
Tutte le domeniche dalle ore 16



I Centri Hare Krishna in Italia

BERGAMO 24040
Villaggio Hare Krishna
(da Medolago strada per Terno d'Isola)
CHIGNOLO D'ISOLA
Tel. 035/490706

BOLOGNA 40010
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Castagnolo Minore, BENTIVOGLIO

CAGLIARI 09100
Flumini di Quartu
Località Niu Crobiu
Tel. 070/805534

CATANIA 95128
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FIRENZE
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Tel. 055/820054

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PADOVA 35020
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Loc. Camin, Tel. 049/760007

ROMA 00169
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Tel. 06/262913

Svizzera Italiana
CONTONE 6594
Fattoria Nandagrama
Canton Ticino, Svizzera
Tel. 0041/92/622747




I centri culturali GOVINDA

Centinaia di deliziose ricette della più pura cucina vegetariana secondo la più antica tradizione gastronomica indiana.

MILANO
Via Valpetrosa, 3/5
Tel. 02/862417
Orari: 12.30/14.30  19,30/21,30
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ROMA
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Tel. 06/6541973
Orari: 19,30/23,30 - chiuso lunedì

CATANIA
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12.30/14.30 19,00/23,00
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HARE KRSNA HARE KRSNA
KRSNA KRSNA HARE HARE
HARE RAMA HARE RAMA
RAMA RAMA HARE HARE



CANTA HARE KRISHNA E SARAI FELICE

Introdotto in Occidente da Srila Prabhupada, il mantra Hare Krishna in poco più di vent'anni è diventato familiare in tutto il mondo, molti l'hanno ascoltato o addirittura cantato. In realtà dietro la danza e il canto dei devoti di Krishna c'è un significato profondo e attuale. La vibrazione trascendentale ottenuta cantando Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare è il metodo sublime per ravvivare la nostra coscienza originale. La coscienza di Krishna non è un'imposizione artificiale sulla mente.
Questa coscienza è l'energia originale e naturale dell'essere vivente. Quando sentiamo questa vibrazione trascendentale, la nostra coscienza si risveglia. Questo facilissimo metodo di meditazione è raccomandato per questa epoca. Anche con l'esperienza pratica si può percepire che cantando questo mahamantra, o grande canto della liberazione, si sente subito un'estasi che proviene dal livello spirituale. Il canto del mantra Hare Krishna si attua sul piano spirituale, perciò questa vibrazione sonora supera tutti gli strati inferiori di coscienza, cioè quella sensuale, quella mentale e quella intellettuale. Quando il mantra è cantato con amore da un puro devoto del Signore ha la massima efficacia su coloro che ascoltano.
Il mantra è composto da tre nomi: Krishna significa "Infinitamente Affascinante", Rama significa "la Fonte inesauribile di ogni gioia" e Hare si riferisce alla potenza devozionale del Signore. Quindi il mahamantra significa: "O Signore infinitamente affascinante, o fonte inesauribile di ogni gioia, o potenza del Signore, Ti prego di impegnarmi a servirTi con devozione."















LA SCIENZA E LA RELIGIONE SI INCONTRANO QUANDO L'UOMO CONOSCE DIO

LA SCIENZA DELLA REALIZZAZIONE SPIRITUALE

Il resoconto degli incontri
tra Bhaktivedanta Swami Prabhupada
ed eminenti personalità della cultura mondiale

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fine del numero di marzo 1990.